CRIMINALI, CIALTRONI E “GRANDI STORICI” DEL RISORGIMENTO

Do voce a coloro che non hanno avuto voce!

Questo Blog, contiene i miei commenti alle falsità scritte da assassini filo-piemontesi, cialtroni e "storici" risorgimentalisti.
Inoltre, ci sono personaggi del nostro tempo che hanno scritto i loro libri, attingendo notizie da questi "storici" raccontaballe.

I nomi di alcuni di questi criminali, cialtroni e "grandi storici", sono i seguenti:

- Alessandro Bianco conte di Saint-Jorioz - Il brigantaggio alla frontiera pontificia (Milano 1864);
- De Witt Angiolo - Storia politico-militare del brigantaggio nelle province meridionali (Firenze 1884);
- Negri Paolo - 46° Reggimento Fanteria (Brigata Reggio) (Imola 1904)
- Pani Rossi Enrico -  La Basilicata (Verona 1868 - "opera" in 3 Volumi)

- Bianchi Quirino - -Vita di Ninco Nanco, brigante sanguinario di Avigliano in Basilicata (ripubblicato nel 2001 dall'Editore Piero Lacaita di Manduria)
- Antonio Lucarelli - Il Sergente ROMANO, Brigantaggio Politico in Puglia dopo il 1860 (ripubblicato nel 2003 dall'Editore Palomar)
- Pedio Tommaso - Dizionario dei Patrioti lucani (opera in 5 Volumi)
                    (Trani 1969 - 1° Vol; Trani 1972 - 2° Vol.)
                    (Bari 1979 - 3° Vol.; Bari 1990 - 4° e 5° Vol.)
- Raffaele Riviello - Cronaca Potentina dal 1799 al 1882 (Potenza 1888)
- Molfese Franco - Storia del Brigantaggio dopo l'Unità (Anno 1983 - Feltrinelli, 4ª edizione)


Capibanda di cui vi sono accennate alcune notizie:
BASILICATA (Potenza)
Crocco Carmine "Donatelli", da Rionero in Vulture (PZ);
Summa Giuseppe Nicola "Ninco Nanco", da Avigliano (PZ);
Fortunato Giovanni "Coppa", da San Fele (PZ);
Volonnino Michele "Guercio", da Barile (PZ);
sergente borbonico Cavalcante Pasquale, da Corleto Perticara (PZ).

PUGLIA
Capitanata (Foggia)
Caruso Michele "Occhioscarciato", da Torremaggiore (FG).

Terra di Bari
sergente borbonico Romano Pasquale "Sergente Romano", "Francescano terribile" ed "Enrico La Morte"; da Gioia del Colle (BA).

CAMPANIA (Napoli)
Terra di Lavoro (Caserta)
Piazza Francesco "Cuccitto" o "Coccitto", da Fondi (LT).
All'epoca dei fatti, il comune di Fondi, insieme ad altri poi passati al territorio del Lazio (... come Gaeta!), faceva parte di Terra di Lavoro.
Quando furono create le province di Latina, Frosinone e Rieti, molti Comuni appartenenti all'Abruzzo (Aquila) e Terra di Lavoro (Caserta) dell'ex Regno delle Due Sicilie, furono accorpati alle nuove tre province.


Sto preparando la controbiografia alla "biografia" scritta da Quirino Bianchi sulla vita di "Ninco Nanco".
Svelerò l'origine del soprannome "Ninco Nanco" e molto altro, su un libro in fase di realizzazione.
Inoltre, continuo le mie ricerche per riscrivere l'Autobiografia di Crocco con altre notizie che daranno prova dell'assoluta veridicità dei fatti da lui narrati.
Chiunque è interessato a queste mie ricerche può contattarmi.
Ho parecchio materiale per poter aiutare registi e quant'altro a scrivere sceneggiature, musiche e testi sulla vita dei "briganti".
Alcune cose le ho già realizzate e, saranno poste a disposizione di tutti coloro che me ne faranno richiesta, o che vorranno renderle pubbliche nelle varie manifestazioni che si andranno organizzando.
Sono disponibile a collaborazioni con musicisti ed artisti in genere, per portare a conoscenza dell'opinione pubblica, i misfatti commessi nella nostra Antica Patria dai "fratelli" Caino del Nord Italia!


GABRIELE ORFINO TANCORRE






Corrado Augias - I segreti dell'Italia (Rizzoli Editore - Milano 2012)












































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C’è una New Entry in questa carrellata di “storici” risorgimentalisti.

È il libro di Vesci Alfonso - Briganti a palazzo Acciari (Pubblicato nel 2006 dalla Editrice UNI
Service di Trento).

Di seguito i titoli dei libri utilizzati dall’autore Vesci nelle sue Note:
Varuolo Pietro - Il volto del brigante (Pubblicato nel 1985 da Congedo Editore di Galatina_LE)
Restivo  Maurizio  -  Ritratti  di  brigantesse.  Il  dramma  della  disperazione  (Pubblicato  nel  1997
dall'Editore Lacaita di Manduria_TA)

Di cosa tratta questo libro del Vesci.
Innanzitutto della famiglia Acciari di Sala Consilina (SA) e del suo coinvolgimento con la Colonna
legittimista condotta da Angelantonio Masino (… nativo di Marsicovetere_PZ!); e, quindi, dei suoi
uomini  che  furono  uccisi  o  arrestati  e  condannati  o  fucilati  in  seguito  all’azione  svolta  il  20
Dicembre 1864 dalle forze militari piemontesi in territorio di Padula (SA).
Gli altri “briganti” che riuscirono a salvarsi, si costituirono alle Autorità alcuni giorni dopo.
L’unico  che  continuò  la  sua  lotta  contro  gli  invasori  piemontesi,  fu  l’ex  soldato napolitano  Vito Raffaele Francolino, nato in Corleto Perticara_PZ.
In ogni pesante sconfitta, c’è sempre il personaggio principale: la spia!
In  questo  caso,  la  spia  collaborazionista  al  servizio  degli  invasori  era  Gerardo  Ferrara,  che  allo stesso tempo era anche manutengolo e connivente dei componenti della Colonna Masino.

(pag. 29 - Alfonso Vesci)
“   Angelantonio Masini, detto Ciuccolo, era nato a Marsico-
vetere nel 1837, e portava il cognome della madre essendo
"di padre incerto" come all'epoca impietosamente usava scri-
vere nei documenti ufficiali.

Non so dove l'autore Alfonso Vesci si sia informato o abbia fatto le sue ricerche, ma Angelantonio
Masino (... cognome giusto!) aveva un padre ed il cognome della madre era Tardugno!
Quindi, nessun figlio “di padre incerto” o di N.N. (... o come si scriveva all'epoca: projetto!)
Alfonso  Vesci,  nato  in  Sala  Consilina  (SA),  è  stato  Generale  di  Corpo  d'Armata  dell'Esercito
italiano.
Questi  “fenomeni”  di  Stato,  non  sanno  fare  altro  che  raccontare  fatti  secondo  le  loro  opinioni, gettando sui Patrioti napolitani (... appellati  briganti dai  criminali mangiapolenta del Nord italia!) tutto  il  fango  possibile  ed  immaginabile,  e  mettendo  sui  loro  libri  notizie  false  unitamente  a documenti in miniatura, che gettano una cattiva luce sull'operato dei “servitori” dello Stato.
Sono coloro che hanno subito il lavaggio del cervello, e che nemmeno l'esperienza di vita e l'età, li
ha portati a riflettere sull'operato dei macellai savojardi del “risorgimento” e delle colonizzazioni.
Prima di scrivere puttanate, forse è utile adoperare meglio il proprio tempo e rispettare coloro che
acquistano libri di STORIA.
L'acquirente si aspetta di trovare nei libri la verità (... per quanto è possibile!) e non menzogne.
Anche una piccola menzogna, dimostra che colui che lo ha scritto, non ha fatto il proprio dovere di
ricercatore, mentendo su alcuni punti.
Se non potete dare ciò, date svago alla vostra mente ed occupatevi di altro.
Andate per funghi o dedicatevi al cazzeggio!
Prima o poi, anche il cazzeggio, diventerà una nuova disciplina delle Olimpiadi; o uscirà qualche
altro parassita malato di mente che lo farà proteggere dall'Unesco!!!

(pag. 44 - Alfonso Vesci)
“   Il 13 dicembre 1863 Masini si ripresentò in buona compa-
gnia. Si sapeva, infatti, che ai suoi uomini si erano unite le
formazioni consorelle di Vito Rocco Francolino (Chiantella)(52)
da Corleto Perticara, Giuseppe Miglionico (Scoppetiello)(53) da
Viggiano) e di Egidio Pugliese (Egidione)(54) da San Giorgio, e
da ultimo qualche elemento alla banda detta "dei Corletani",
tra cui Giacomo Spolidoro da Corleto Perticara: un robusto
nucleo base di una quarantina di armati, pronto a dare
l'avvio ad un lungo raid nella zona.

NOTE:
(52) (53) (54) descrizioni dei 3 capibanda.

Sono d'obbligo alcune precisazioni:
Vito Rocco Francolino (Chiantella); in realtà il suo nome era Vito Raffaele Francolino.
L'altra precisazione riguarda Giacomo Spolidoro.
Raffaele Giacomo Spolidoro era nato in Marsico Nuovo e non in Corleto Perticara!

(pag. 47 - Alfonso Vesci)
“  Maria Filomena Cianciarulo era di identica estrazione
contadina. Di un anno più giovane della Marinelli, era nata a
Marsiconuovo, anche lei in una famiglia di condizione mi-
serrima(60). A differenza della Marinelli, non era indenne da
mende di rilievo penale, essendo stata costretta a seguire,
giovanissima, il fratello Giuseppe - noto ladro, estorsore e
grassatore - in varie sue imprese(61). Nella notte sul 4 luglio
1863 fu vittima di un ratto con violenza ad opera del brigan-

NOTE:
(60) Varuolo P. op. cit., pag. 188. M. F. Cianciarulo era nata l'...ecc.
(61) Restivo M. op. cit. pag. 71

(pag. 48 - Alfonso Vesci)
te Nicola Masini (Colicchione), cugino, come abbiamo visto,
del capobanda Angelantonio, che per sequestrarla si intro-
dusse con la forza nella sua abitazione in compagnia di
Francolino (Chiantella) e di altri dodici suoi pari. I masnadie-
ri, nell'occasione, prima bastonarono a dovere i genitori An-
gelo e Carolina Coiro, che evidentemente avevano tentato
una difesa, causando loro un'inabilità al lavoro per una de-
cina di giorni, poi li depredarono dei pochi averi, soprattutto
capi di vestiario, e infine "fecero ricerca della figlia Filomena di-
ciottenne, che dopo due ore rinvennero nascosta in una vicina mac-
chia e violentemente la trassero seco"(62)

NOTA:
(62) AUSSME, fondo G11, busta ...ecc.

Per coloro  che  vogliono  conoscere  la  verità,  la  madre  di  Maria  Filomena Cianciarulo,  era  Anna Azzato e non Carolina Coiro, come riportato dall'autore Alfonso Vesci!
La fonte della notizia è l'Archivio Storico del Corpo di Stato Maggiore dell'Esercito, AUSSME.
Ciò che non si evince da questa fonte, è che Carolina Coiro era la 3ª moglie di Angelo Cianciarulo e
non la vera madre di Maria Filomena.
Maria Filomena era la secondogenita di Angelo Cianciarulo e della sua 2ª moglie Anna Azzato.
Anna Azzato, morì nel crollo della loro casa distrutta durante il terremoto del 16 dicembre 1857.
Marsico  Nuovo  ed  altri  Comuni  situati  tra  le  province  di  Salerno  e  di  Potenza,  furono  quasi
totalmente rasi al suolo.
Nel  solo  Distretto-Circondario  di  Potenza,  i  morti  furono  9.123,  come  evidenziato  dalla  Tabella posta nel libro di Robert Mallet: Great neapolitan earthquake of 1857 (London 1862 - vol. 2).
Dalla Tabella di Robert Mallet risulta che, nel Comune di Marsico Nuovo vi furono 89 morti.
Ho accertato invece che, i morti vittime del terremoto in questo Comune, furono 244, come risulta dal Registro degli Atti di Morte dell'Anno 1857 (riferiti al giorno 16 Dicembre).
MONTEMURRO  fu  il  Comune  lucano  con  più  vittime:  5000  morti  e  500  dispersi,  su  una popolazione totale di 7.002 abitanti (… secondo quanto riportato nella Tabella!).
Dubito sempre di queste cifre così “precise”; il Registro dei defunti si ferma al 15 Dicembre, poi niente è stato registrato se non alcuni nomi di persone agiate (... nemmeno una decina registrati tra il 22 ed il 31 Dicembre!), ed una Contadina "Celibe" registrata il 31 Dicembre.
5  giorni  prima  del  terribile  terremoto,  Anna  Azzato,  questa  vittima  e  donna  coraggio,  aveva partorito il suo ultimo figlio che, per miracolo, riuscirono a trarre vivo dalle macerie.
Giuseppantonio, fratello di Maria Filomena Cianciarulo, il 9 gennaio 1865 (... giorno dell'arresto di Maria Filomena!) aveva circa 14 anni.
Vi immaginate Maria Filomena fare da spalla al fratello “noto ladro, estorsore e grassatore” fin da quando muoveva i primi passi?
Giuseppantonio Cianciarulo, fratello di Maria Filomena, aveva lo stesso nome e cognome del suo omonimo Giuseppantonio Cianciarulo, capobanda che, in nome del suo legittimo Re Francesco II, fino  al  1868  unitamente  ai  suoi  uomini,  si  fece  conoscere  dagli  invasori  savojardi  per  le  sue valorose azioni di guerriglia.

Ecco la descrizione del capobanda Cianciarulo, compilata dallo “storico” potentino Tommaso Pedio
(… con alcuni dati falsi!):

(pag. 373 - Dizionario dei Patrioti lucani 1° Vol.)
“   CIANCIARULO Giuseppe nacque
in Marsiconuovo. Contadino, dopo il
1860 si dette al brigantaggio e co-
stituì banda propria. Cadde in con-
flitto l'1 novembre 1868 in agro di
Marsico Vetere.

   FONTI E BIBL.: ASP., Atti Comm. Brig.,
delib., 28 febbraio 1869.

Giuseppantonio Cianciarulo, fratello di Maria Filomena, nel 1860 aveva 9 anni!!!
L'autore Alfonso Vesci, ha tratto queste notizie dal libro di un certo Maurizio Restivo che, come gli altri  “storici”  che  lo  hanno  preceduto,  dà  anch'esso  prova  della  sua  parzialità,  scrivendo menzogne e divulgando falsità.Se codesti autori si fidano delle puttanate scritte da raccontaballe dell'esercito e da finti storici, si meritano anch'essi di essere sputtanati.
Il  loro  unico  dovere,  se  vogliono  scrivere  di  Storia  con  “tanto  di  iniziale  maiuscola”  (...  come scritto dal Vesci  a pagina 8 del suo  libro!), è  quello  di  fare  delle  proprie  ricerche  e  verificare  le notizie scritte dai compilatori dei documenti e dagli autori dei libri consultati.
Se non avete pazienza e perseveranza, dedicatevi ad altro.
Parecchi lettori di libri di Storia, non sentiranno la vostra mancanza se, negli scaffali delle librerie
non troveranno i risultati delle vostre ultime “fatiche”, e sorbirsi le stesse porcate raccontate già da
altri “illustri” raccontaballe del risorgimento.
L'ignoranza, la cialtronaggine, il servilismo imperante ed il prostrarsi (... piegandosi a 90 gradi!) al volere dei potenti, continua a mietere molte “vittime”!
Si potevano sopportare le porcate scritte dagli “storici” pro-risorgimentalisti che, durante l'invasione ed occupazione savojarda del Regno delle Due Sicilie  misero a disposizione dei  vincitori  la  loro penna ed il loro culo, ma questi novelli “storici” con il loro infame codazzo e leccaculismo ... NO!!!

In ultimo, Nicola Masino “Colicchione”, non era cugino del capobanda Angelantonio Masino.
Anche  se  i  nonni  paterni  di  ognuno  di  loro,  avevano  lo  stesso  nome,  i  nomi  delle  nonne erano differenti.

Ed ora, una “carrellata” di svarioni dell’ex Generale Vesci!

(pag. 50 - Alfonso Vesci)
“   Il primo fu un agguato teso ad un piccolo drappello del
21° reggimento fanteria (un ufficiale subalterno, un sergente
e 17 uomini), che, sorpreso e circondato dalla grossa banda
durante una marcia di trasferimento presso Tursi (PZ), si ar-
rese senza combattere lasciandosi disarmare(64).”

NOTA:
(64) AUSSME, busta ...ecc.


(pag. 51 - Alfonso Vesci)
“   Pochi giorni dopo, l'8 febbraio, presso San Mauro (PZ) si
registrò un'altro gravissimo episodio, questa volta cruento:
Masini, avvistato un drappello misto di paesani della Guar-
dia Nazionale e di carabinieri in perlustrazione del territorio
comunale, dispose la banda per un'imboscata.


(pag. 53 - Alfonso Vesci)
“   Il gruppo delle bande "federate", alla fine del ciclo opera-
tivo, lasciò il Vallo di Diano e puntò di nuovo verso la valle
dell'Agri, alla volta di Craco (PZ), per compiervi altre impre-
se, ma a San Mauro Forte, il 22 marzo, subì una pesante bat-
tuta d'arresto.


(pag. 69 - Alfonso Vesci)
“   Solo Vito Rocco Francolino restò alla macchia, giusto il
tempo di commettere, con l'abituale ferocia, un nuovo assas-
sinio, forse una vendetta(94), ma subito dopo, il 27 gennaio, fu
catturato dalla Guardia Nazionale di Calciano (PZ) dopo un
conflitto a fuoco.

NOTA:
(94) Capo d'accusa n. ... ecc.


(pag. 118 - Alfonso Vesci)
NOTA:
(21) Pugliese Egidio, (Egidione). Nativo di San Giorgio (PZ), ... ecc.
sempre nella stessa NOTA:
(21) ..., presso Castellaneta (BA).


(pag. 119 - Alfonso Vesci)
NOTA:
(22) Chirichigno Rocco (Coppolone). Nato a Montescaglioso (MT), ... ecc.
... ferito presso
Venosa (MT) e mal curato da un sanitario del posto, morì il 22.2.65.


(pag. 120 - Alfonso Vesci)
NOTA:
(42) Cfr. in proposito Pedio, Tommaso "Brigantaggio meridionale" - Capone
editore, Cavallina (LE), 1987, pag.67.
La denominazione del Comune in provincia di Lecce è Cavallino e non Cavallina!


Nella lettura di queste pagine (... la 50, 51, 53, 69, 118 e la 119!), ho notato che l'autore Alfonso Vesci, non ha alcuna conoscenza dei Comuni lucani e dei capoluoghi di provincia in cui ricadono.
Per gli amanti della geografia: Tursi, San Mauro Forte, Craco, Calciano e San Giorgio Lucano erano e sono in provincia di MATERA (MT); mentre Venosa era ed è in provincia di POTENZA (PZ).

Il Comune di Castellaneta, ha sempre fatto parte della Terra d'Otranto e del Circondario di Taranto, e non è mai passato alla provincia di Bari!
Anche quando il Comune ed il territorio di Castellaneta, unitamente al Comune ed al territorio di Gioja, erano di proprietà del principe De' Mari di Acquaviva delle Fonti, non è mai stato inglobato nella provincia di Terra di Bari.

Il capobanda Rocco Chirichigno, nativo di Montescaglioso (MT), fu ferito durante un conflitto  a fuoco con la G.N. di Bernalda (MT).
Trasportato dai suoi uomini in territorio di Ginosa (TA), morì alcuni giorni dopo.
Sul suo Atto di Morte, non vi è annotato né il giorno e nemmeno l'ora della morte!!!
All'epoca  dei  fatti,  Ginosa  faceva  parte  della  provincia  di  Terra  d'Otranto  (...  che  aveva  per capoluogo Lecce!).

Matera,  fino  a  circa  la  metà  del  1600,  faceva  parte  della  provincia  di  Terra  d'Otranto  ed apparteneva al Distretto-Circondario di Taranto.
Accorpato il suo territorio a quello lucano, fu creata la provincia di Matera.
Durante  il  periodo  dell'invasione  francese  del  Regno  di  Napoli,  per  pochi  anni,  anche  Ginosa  e Laterza (TA) fecero parte della Basilicata ed accorpate alla provincia di Matera (... per poi ritornare
nuovamente a far parte della provincia di Terra d'Otranto!).

Durante  il  fascismo,  furono  create  le  province  di  Brindisi  e  di  Taranto,  ridimensionando  la provincia di Lecce (... ed accantonando per sempre l'antica denominazione Terra d'Otranto!).

Se l'autore, oltre ai vari campi di addestramento militare, nella sua lunga carriera avesse imparato anche a sparare meno cazzate, non ci sarebbe stato niente da ridire.
Se poi si munisce anche di un Atlante Geografico o di un opuscolo o di un libro contenente i Codici di Avviamento Postale (C.A.P.), per conoscere le province in cui ricadono i Comuni menzionati, fa un piacere a sé stesso ed a coloro che leggeranno gli eventuali suoi prossimi libri!!!

A proposito dei documenti in miniatura inseriti  nel  libro di  Alfonso Vesci: come ci si può fidare della  trascrizione  effettuata  quando,  a  pag.  104,  nella  descrizione  riguardante  il  capobrigante Spinelli Pietro Antonio di Sala Consilina è scritto celebre invece di celibe?

E  poi  gli  errori  sparsi  su  tutto  il  libro,  che  evidenziano  la  poca  professionalità  di  chi  non  lo  ha nemmeno riletto prima della stampa.

Gli errori li ho fatti anch'io.
Il  primo  errore  è  stato  quello  di  fidarmi  di  un  editore truffatore e,  di  aver  perso  la  pazienza  nel vedermi portare fogli volanti stampati male (… quando manca l’inchiostro nelle cartucce, i risultati sono evidenti e non si ha nemmeno voglia di leggerli e cercare di effettuare eventuali correzioni!).

Do dei consigli a coloro che vogliono pubblicare il loro primo libro:
1) imporre alla Tipografia o all'Editore, di tenersi una sola copia del libro per il loro Archivio;
2) ogni copia in più, rispetto al numero di copie richiesti dall'Autore e trattenuti di nascosto dalla Tipografia o dall'Editore, saranno ritenuti illegali;
3) se il libro che avete scritto, riguarda solo un Comune, la distribuzione del libro avverrà solo in quel luogo;
4) se il libro scritto, riguarda una cerchia di Comuni, varie Province e Regioni, una Nazione o tutte le Nazioni, allora dovete richiedere dove verranno distribuite.
Molti Editori non hanno la possibilità di distribuire i  libri  su tutto il territorio provinciale, regionale, nazionale o mondiale.
Se ciò che avete pubblicato riguarda vari Comuni,  fatevi  dire  quali  sono  i  Comuni  in  cui possono distribuire il vostro libro.
Redigere un contratto con queste clausole, vi darà un'arma in più nel caso in cui, l'Editore, si faccia stampare delle copie in più e se li vende o li regala a vostra insaputa!!!
5)  se  pagate  per  la  pubblicazione  cartacea  del  libro,  il  proprietario  siete  voi;  potete  venderlo  o regalarlo, o effettuare personalmente la distribuzione in formato PDF e EBOOK.
Se vi danno la bozza del libro su fogli volanti o uniti con graffette o altro, non accettatela.
Fatevi dare una bozza del libro impaginato correttamente e con tanto di copertina.
Ormai  i  politicanti  hanno  imposto  i  loro  voleri  “democratici”,  ed  alcune  copie  del  vostro libro devono  per  forza  di  cose  andare  ad  ingrandire  le  biblioteche  di  Firenze,  delle  Province  e  delle Regioni.
Tra non molto imporranno anche una copia da destinare ai vari Comuni; ed in ultimo ... una copia destinata anche ad ogni cesso pubblico (… meno male che sono sempre più rari!).

Con i soldi dei soliti fessi, questi immorali fanno “grande” la cultura italiana.
Se poi vogliono regalare soldi ai loro compagni di merenda, allora con le Tasse pagate dagli italiani sovvenzionano anche la sub-cultura di Stato!


GABRIELE ORFINO TANCORRE






Ed ecco ora alcuni nomi, tratti da molti elenchi di persone decedute nelle carceri e negli Ospedali dei detenuti, e di cui i risorgimentalisti devono iniziare a darci conto!
Quelli che seguono sono i nomi dei morti nel solo mese di gennaio del 1863.
Sono i nomi di padri e di fratelli di "briganti", che fino ad allora non avevano avuto alcuna pendenza con la giustizia.
Nel solo 1° gennaio, i morti furono 8.
Tra i tanti nomi di questo elenco, vi è Canosa Ferdinando del fu Michele, di professione Bracciale.
La sua colpa?
Quella di essere il padre del Patriota lucano Canosa Michele Arcangelo che, unitamente a "Percuoco", "Egidione", Masino ed altri capibanda legittimisti, combattevano i criminali piemontesi ed i loro collaborazionisti.
La professione "Bracciale" molto spesso è inserita di routine.
Canosa Ferdinando, secondo lo "storico" Tommaso Pedio, era un Agrimensore, ossia un Civile.
In verità, svolgeva la professione di Massaro.

I cognomi che seguono, sono stati trascritti secondo quanto è stato possibile leggere.
All'epoca, molti "Civili" della Pubblica Amministrazione, a malapena sapevano reggere la penna tra le dita.
Non so quali esami gli facevano fare per assumerli; forse gli facevano fare solo gli esami dell'urina.
C'è veramente da chiedersi con quali criteri venivano scelti.
Ci sono documenti che, per leggerli, c'è bisogno di un esperto di crittografia per decifrarli.
È la "malattia" di cui soffre ancora oggi la Pubblica Amministrazione.
Mazzette e raccomandazioni fanno diventare dottori anche dei semplici portantini!

Di seguito 39 nomi di Martiri napolitani, nella maggioranza dei casi vittime innocenti dei rastrellamenti e della repressione savojarda:
Notarfrancesco Michelangelo (Bracciale di anni 33), di Donato, nato in ?..., morto alle ore 08:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Coviello Antonio (Bracciale di anni 27), di Leonardo, nato in Avigliano, morto alle ore 10:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Zotta Teodosio (Bracciale di anni 40), di Giuseppe, nato in Pietragalla, morto alle ore 13:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Garramone Rocco (Bracciale di anni 26), fu Francesco, nato in Calciano, morto alle ore 10:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Lanciello Vito (Bracciale di anni 22), fu Domenico, nato in Campomaggiore, morto alle ore 11:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Marsico Giuseppe (Bracciale di anni 26), di Pasquale, nato in Latronico, morto alle ore 10:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Sacchetto Michele (Bracciale di anni 23), di Giuseppe, nato in San Nicandro, morto alle ore 08:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Cersosimo Cherubino (Bracciale di anni 20), fu Domenico, nato in Rotonda, morto alle ore 13:00 del 01-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Canosa Ferdinando (Bracciale di anni 45), fu Michele, nato in Pietrapertosa, morto alle ore 08:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Mazzucco Mariano (Bracciale di anni 50), fu Michele, nato in Venosa, morto alle ore 11:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Di Mare Rocco (Bracciale di anni 49), fu Gerolamo, nato in Oppido, morto alle ore 09:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Mazziotta Domenico Antonio (Bracciale di anni 40), fu Giuseppe, nato in Calciano, morto alle ore 13:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Rubbino Vito (Bracciale di anni 27), di Giuseppe, nato in Aliano, morto alle ore 10:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Forestiero ?Gesuele (Bracciale di anni 30), di Egidio, nato in Latronico, morto alle ore 17:00 del 02-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Bilotti Francescantonio (Bracciale di anni 34), fu Michele, nato in Pomarico, morto alle ore 07:00 del 03-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Azzonese Michele (Bracciale di anni 28), di Giovanni, nato in Barile, morto alle ore 07:00 del 03-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Albano Michele (Bracciale di anni 20), di Nicola, nato in Vignola, morto alle ore 13:00 del 06-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Fisco Vincenzo (Bracciale di anni 30), fu Giuseppantonio, nato in Oppido, morto alle ore 15:00 del 06-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Gallitello Angelo (Bracciale di anni 40), fu Rocco, nato in Bernalda, morto alle ore 11:00 del 06-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Grieco Innocenzo (Bracciale di anni 46), fu Angelo, nato in Oppido, morto alle ore 09:00 del 06-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Zaccagnino Domenico (Bracciale di anni 36), fu Pietro, nato in Avigliano, morto alle ore 09:00 del 08-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Martino Mariano (Bracciale di anni 42), fu Rocco, nato in Ripacandida, morto alle ore 11:00 del 08-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Sciarastia Rocco (Bracciale di anni 21), fu Rocco, nato in Oppido, morto alle ore 23:00 del 08-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Occhionero Pietro (Bracciale di anni 27), fu Nicola, nato in Maschito, morto alle ore 08:00 del 09-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Bianco Domenico (Muratore di anni 23), di Nicola, nato in Rotonda, morto alle ore 23:00 del 09-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
De Stefano Domenicantonio (Bracciale di anni 40), di Giuseppe, nato in Abriola, morto alle ore 23:00 del 10-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Satriano Saverio (Bracciale di anni 28), fu Giuseppe, nato in Baragiano, morto alle ore 22:00 del 11-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Caputo Canio (Bracciale di anni 26), fu Nicola, nato in Oppido, morto alle ore 23:00 del 13-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Fazio Rocco (Bracciale di anni 27), fu Egidio, nato in Senise, morto alle ore 23:00 del 16-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Novellino Nicola (Mulattiere di anni 75), fu Rocco, nato in Lagonegro, morto alle ore 23:00 del 18-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Gazzaneo Giuseppe (Bracciale di anni 47), fu Carmine, nato in Castelsaraceno, morto alle ore 23:00 del 19-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Gilio Donato (Bracciale di anni 25), fu Francesco, nato in Accettura, morto alle ore 24:00 del 19-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Notarfrancesco Giovanni (Bracciale di anni 22), di Michele, nato in Marsiconuovo, morto alle ore 09:00 del 23-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Palermo Biase (Bracciale di anni 29), di Egidio, nato in Carbone, morto alle ore 11:00 del 23-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Gioja Pietrantonio (Bracciale di anni 30), fu Domenico, nato in Latronico, morto alle ore 12:00 del 26-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Vincenzo Lorenzo (Bracciale di anni 24), di Vitantonio, nato in Castelsaraceno, morto alle ore 09:00 del 26-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Di Giulio Giuseppe (Giardiniere di anni 63), fu Felice, nato in Picerno, morto alle ore 22:00 del 28-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Romaniello Gerardo (Bracciale di anni 40), fu Giuseppe, nato in Vietri, morto alle ore 10:00 del 30-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti;
Leonardo Giovanni (Bracciale di anni 19), di Silvestro, nato in Aliano, morto alle ore 22:00 del 30-01-1863 nell'Ospedale de' detenuti.

Altri nomi:
Claps Don Francesco (Arciprete di anni 79), figlio del fu Leonardo (Proprietario), nato in
Avigliano, morto alle ore 10:00 del 01-01-1862 nell'Ospedale de' detenuti.
C'è uno "storico", Tommaso Pedio, che nel suo "Dizionario dei Patrioti Lucani", afferma che
l'Arciprete Don Francesco Claps fu:

"condannato il 3 dicembre 1860 a 7
mesi di prigionia. Non scontò la pena
per essere intervenuta l'amnistia del
17 febbraio 1861."

Evidentemente, il Pedio, non approfondì la sua ricerca sull'Arciprete Claps, altrimenti avrebbe
trovato qualcosa sul suo nuovo arresto e sulla sua morte avvenuta nell'Ospedale de' detenuti il 1°
Gennaio 1862.

Nelle varie descrizioni che riguardano altri personaggi lucani, vi sono errori ed omissioni
dell'esimio "storico" potentino che un vero storico non avrebbe mai fatto.

Tra i tanti morti, vi è anche il nome di un bambino di 9 anni (... in verità, ne aveva 11!), un certo
Vincenzo Armenti nativo di Castelsaraceno, morto alle ore 10:00 del 18-02-1861 nell'Ospedale de'
detenuti.
I suoi genitori erano morti già da tempo: nel 1853 era morto il padre Vito Antonio e nel 1856 la
madre Angela Cirigliano.
Era orfano di entrambi i genitori già da quando aveva 6 anni.
Cosa avrà fatto di tanto grave da essere imprigionato?

E di queste Bambine, quali erano le loro colpe?

Di Michele Teresa (Bambina di anni 2), figlia di Francesco e di Maria Santoro, nata in
Castelmezzano il 17-02-1859, morta alle ore 06:00 del 30-01-1861 domiciliata nelle Prigioni con
sua Madre;
Valennieri Maria Giovanna (Bambina di mesi 20), figlia di Giovanni e di Teresa Lavacca, nata in
Rionero nel 1862, morta alle ore 03:00 del 23-04-1864 domiciliata nelle Prigioni con sua Madre;
De Meo Carmela (Neonata di mesi 7), figlia di Padre ignoto e di Maria Antonia De Meo, nata in
Marsicovetere nel 1864, morta alle ore 13:00 del 01-07-1864 domiciliata nelle Prigioni con sua
Madre;
... ecc.

Quando poi, in altri elenchi, si leggono i nomi di donne che partoriscono in
carcere, dove la maggiorparte dei neonati muoiono, allora non si può più parlare
di unità d'italia, ma di sterminio di massa!

Venitucci Antonio (Neonato di mesi 2), figlio del fu Giovanni e di Carmela Russillo, nato il 12-10-
1861, morto alle ore 13:00 del 20-11-1861 domiciliato nelle Prigioni con sua Madre;
Teta Carmine (Neonato di mesi 1), figlio di Francesco e di Rosa Ferracano, nato il 25-11-1863,
morto alle ore 08:00 del 08-12-1863 nell'Ospedale de' detenuti (la Madre era domiciliata nelle
Prigioni; ma il reticente impiegato della pubblica amministrazione, si astenne dal renderlo noto!);
Lancieri Maria (Neonata di giorni 16), figlia di Padre ignoto e di Elisabetta Lancieri, nata il 21-01-
1864, morta alle ore 15:00 del 08-02-1864 domiciliata nelle Prigioni con sua Madre;
... ecc.

In ricordo di questi piccoli innocenti, sarà un obbligo di ogni Comune del Sud Italia, di
dedicargli le Strade che attualmente recano gli orrendi nomi dei criminali del risorgimento.
Nelle liste ci sono anche intere famiglie deportate.

Persone innocenti che morirono per le condizioni di vita disumane ed i maltrattamenti subiti dalle
guardie carcerarie.
Ciò che rendo pubblico su questo Blog, è solo una minima parte delle persone morte negli Ospedali
dei carcerati e nelle carceri sparse su tutto il territorio italiano.


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Ecco un fatto realmente accaduto nel Comune di Tramutola_PZ (... ma le stesse porcate furono
commesse dai risorgimentalisti anche in altri Comuni!).

C'erano due famiglie di Proprietari i cui cognomi erano: G....... ed N.......
Muore la moglie di N....... e la figlia 16enne sposa G......._
Dall'unione nascono 4 figlie.
Tutto procede normalmente fino all'invasione dei codardi polentoni.
Anno 1861, in Tramutola succede qualcosa che fa arrestare la moglie di G......._
Dovendo allattare ancora la più piccola delle figlie, viene portata anch'essa in prigione.
Tempo pochi mesi e la bambina muore in carcere.
Nel frattempo vengono confiscate tutte le proprietà delle due famiglie e dei parenti.
Vengono ridotti a doversi guadagnare la giornata.
Nessuno gli dà lavoro e sono costretti alla fame.
Ritorna la moglie in seno alla famiglia, ma tutto è cambiato.
Pochi anni insieme e muore il marito G....... che, da Proprietario, era passato alla condizione di
Contadino.
Il suocero si reca all'anagrafe del comune di Tramutola a denunciarne la morte; la sua professione?
Contadino!
Le 3 figlie di G....... ed N....... avevano rispettivamente: 12, 10 ed 8 anni.
L'ultima figlia, se fosse vissuta, avrebbe avuto 5 anni.

Quanto ho scritto, non è la trama di un racconto scaturito dalla mia fervida immaginazione, ma
è la cruda realtà.
Di tutti loro posso fornire le generalità!

Svolgo le mie ricerche, per dovere verso quelle vittime innocenti, che furono massacrate dalla follia
omicida di criminali fascisti-risorgimentalisti al servizio di Vittorio Emanuele II.





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